L’emergenza sanitaria dettata dal Covid-19 ha fatto crollare la domanda di energia elettrica.
Il quadro delineato dalle previsioni che gli esperti analisti hanno descritto è sicuramente il disegno di un prossimo semestre caratterizzato da criticità.
Come ha influito il lockdown sulla domanda elettrica?
Partiamo chiarendo che la diminuzione della domanda elettrica è stata più o meno graduale.
Le prime settimane della Fase 1 hanno registrato una riduzione del 17% della domanda elettrica, un valore estremamente notevole.
Contrariamente a quanto si pensa però, il blocco industriale non è stato così incisivo sulla domanda elettrica proprio perché già crollata nella settimana precedente per via del primo blocco nazionale.
Anzi, è proprio dal blocco industriale che si è poi registrato un lieve rimbalzo dell’andamento della domanda.
È questo un fenomeno che ha caratterizzato i mercati elettrici europei; non solo quelli italiani.
I driver: CO2 e Gas naturale
I driver che sulla scia dell’epidemia Covid-19 hanno influenzato il mercato elettrico nazionale sono proprio la CO2 e il gas naturale.
I permessi di emissioni di carbonio
Fino a qualche tempo fa, in Italia circa il 60% della produzione di energia elettrica nazionale veniva fornito dalle centrali termoelettriche a ciclo combinato. Per operare, avrebbero dovuto quindi utilizzare questi permessi. Prima del Covid-19, i permessi di emissioni di carbonio seguivano più o meno stabilmente i 24€/tonnellate equivalenti di CO2.
Con la crisi del Covid-19, è stato registrato un crollo drammatico del contratto CO2. È proprio a metà marzo che è stato per l’appunto registrato un crollo che ha fatto perdere sul contratto 10€/tonnellate equivalenti di CO2.
In parte ciò è dovuto al crollo della domanda di energia elettrica da parte del settore dell’aviazione, in parte anche dal market sentiment, che ha permesso poi al contratto di riprendersi in un secondo momento, un po’ per questione di short covering (acquisto di azioni o altri titoli o merci che sono stati venduti allo scoperto, in genere per evitare perdite quando i prezzi salgono verso l’alto), un po’ a causa del taglio della produzione nucleare da parte della Francia.
Il Gas naturale – PSV
L’ultimo contratto (month+1) del PSV non ha registrato crolli repentini, a differenza della CO2.
Ma il movimento dell’andamento del mercato del gas naturale nel breve termine ha registrato sì una diminuzione che ha messo in evidenza il calo del suo valore.
La direzione dell’andamento del contratto verso il basso risulta infatti il 40% meno caro del contratto stimato prima della crisi.
Quali sono stati i fattori che hanno influenzato il mercato energetico e che vanno monitorati
Oltre ai su citati driver, sicuramente il market sentiment ha il suo peso; ha cioè influenzato pesantemente tutto il mercato.
Infatti, la liquidità è aumentata per quasi tutti i contratti e questo significa che i trader hanno cerato di ricalibrare le proprie posizioni nel lungo termine per evitare le perdite dovute ai nuovi valori sul mercato.
I fattori da tenere in considerazione per capire come funziona il mercato energetico ora sono proprio il complesso energetico, i ribassi registrati di cui abbiamo parlato e che hanno conseguentemente modificato la domanda del mercato elettrico e gli annunci edf della Francia.
Al netto della situazione quindi, ci domandiamo:
Riusciranno i driver che abbiamo descritto a riguadagnare terreno? Riuscirà il mercato ad uscire dal trend negativo? I valori della domanda torneranno per lo meno simili a quelli pre-virus?
Dalle proiezioni degli esperti emerge una stima di un primo rientro del trend e dei valori fissato nel 2022, per ristabilirsi lentamente entro il 2030, utilizzando diverse strategie.
A proposito di strategie…
Il Covid-19 ha sicuramente generato grande incertezza in tutti i diversi settori e quindi situazioni poco prevedibili.
Sicuramente però ha amplificato dinamiche e trend già esistenti.
La difficoltà degli iter autorizzativi per la realizzazione di nuovi impianti, possibili ritardi delle opere di adeguamento della rete come conseguenza dell’impatto economico del Covid-19 sui soggetti deputati ad effettuare investimenti e l’ulteriore riduzione dei prezzi dell’energia in una fase in cui prezzi sono già discendenti sono fattori di rischio per il raggiungimento degli obiettivi di PNIEC ( Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima).
Con il crollo della domanda dell’energia e il calo dei prezzi dovuto al lockdown, c’è chi pensa che sarà difficile stipulare contratti PPA (contratti per l’acquisto di energia a lungo termine che assicurano a banche o finanziatori di un impianto di generazione, di conoscere fin dall’inizio redditività per gli anni successivi), ritenuti strumenti interessanti per il settore dell’energia rinnovabile.
Servono quindi nuove leve per attivare investimenti e crescita
Il fotovoltaico è adesso un motore importante per la ripartenza post Covid-19.
Il 2020 sarà sicuramente ricordato per gli effetti causati dal coronavirus.
Come già detto in questo articolo, anche il settore energetico ha visto un notevole rallentamento della domanda energetica.
Ciò che non abbiamo ancora detto però è che proprio in questo periodo storico è aumentata la concorrenza delle rinnovabili.
Si prevede infatti che le risorse rinnovabili (in particolare il fotovoltaico) saranno i nuovi attori del mercato energetico mondiale e verrà promosso l’utilizzo di elettricità al 100% rinnovabile prima del 2050.
A sostegno di quanto appena detto, le dinamiche del mercato odierno disegnano una proiezione dei prezzi elettrici che mettono in evidenza da qui ai prossimi anni un miglioramento dei costi delle energie rinnovabili.
Ciò si traduce in una maggiore attenzione da parte delle aziende e delle imprese italiane e del mondo alla sostenibilità, in cui a spuntarla sarà l’energia elettrica pulita. La produzione di energia rinnovabile sarà la favorita e sarà quindi possibile volgere ad un’accelerazione verso consumi più puliti.
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